A Favara, a 10 km da Agrigento e dalla Valle dei Templi, c’è Farm Cultural Park: una fabbrica culturale che ha prodotto un cambiamento sociale e fisico della cittadina di Favara.
Ci sono meraviglie siciliane che non sono fatte d’oro, ma di tutti i colori dell’arcobaleno. Non hanno il pregiato profumo di salsedine, ma di vernice. Non raccontano la storia, la scrivono. Farm Cultural Park è questo… ma anche tanto altro.
Siamo nel 2009 è Favara ha un centro storico molto grande ma estremamente abbandonato. Andrea Bartoli e Florinda Saieva, lui notaio cresciuto a pane e arte, lei avvocato e project manager originaria di Favara, viaggiano tantissimo facendo spola tra Parigi, Londra e la Sicilia. Con la nascita della figlia decidono che è tempo di stabilirsi e vogliono farlo nella propria terra, la Sicilia, senza rinunciare alla dimensione culturale che desiderano.
“Se il tuo paese non può darti un futuro,
sii tu il suo”
Con questo motto in testa, il notaio che comincia ad essere chiamato “pazzo” in giro inizia a immaginare una porzione di mondo migliore per la sua famiglia e la sua Sicilia. 23 gennaio 2010: la tragedia. Una casa fatiscente crolla trascinando con sé le vite di due piccole abitanti. I media impazzano a suon di abusivismo edilizio e urbanizzazione selvaggia. Il comune si accorge della situazione e si mobilita: è deciso ad abbattere tutte le abitazioni in stato di pericolo. Favara rischia di morire.
Il mondo sembra crollare sotto i piedi, fragile come quelle strutture precarie e scrostate che popolano Favara. In quest’angolo di Sicilia ferita, i visionari Andrea e Florinda ci vedono una risorsa, un’occasione di ripartire, perché quando tocchi il fondo del baratro non puoi far altro che risalire.
Questa è una storia di riscatto, di rinascita, una storia scritta con un linguaggio rivoluzionario. Tutto parte dai “Sette Cortili”, piccoli scorci che insieme formano il Cortile Bentivegna e che ospitano antichi palazzi di matrice araba. Non si tratta di un’opera di ristrutturazione, troppo semplicistico e poco impattante sul territorio, si tratta di un progetto utopico: trasformare un decadente centro urbano in un centro culturale aperto e accessibile a tutti. Ma creare un luogo di produzione, sperimentazione e fruizione di Cultura vuol dire molto di più, vuol dire consegnare ai propri figli e a quelli altrui “un piccolo pezzo di mondo migliore, magari migliore di quello che abbiamo ereditato noi”.
C’è la Zia Maria, regina dei Sette Cortili, a raccontarmi com’era la vita per lei e le altre 60 famiglie prima di Farm Cultural Park. Lei, che ancora oggi stende i panni in questi cortili, dispensa ricette e accoglie i visitatori con le sue storie. Lei che ricorda con voce tremante quanto precaria fosse l’esistenza qui prima che due folli trasformassero l’entroterra della Sicilia più verace in una piccola capitale di rigenerazione urbana.
Come crisalide che diventa farfalla, il 25 giugno 2010 Farm Cultural Park apre le porte. È il primo parco turistico culturale costruito in Sicilia, è residenza per artisti, è location di mostre pittoriche e installazioni di arte contemporanea, è Centro Culturale di nuova generazione, è scuola di architettura per i più piccoli, è galleria d’arte a cielo aperto, è hub di energie positive. Farm Cultural Park è l’esempio di come si possa creare un nuovo senso condiviso di comunità. Bastano pochi passi per sentire tutta la forza della storia lontana condita dall’energia pulsante del futuro, per sentire nell’aria il fermento elettrizzante della rinascita, per sentirsi a casa.
La Farm ha ridisegnato il volto della cittadina agrigentina: l’energia centripeta di Andrea e Florinda e di tutte le persone che mano a mano li hanno affiancati nella loro visione ha trasformato Favara da luogo dal quale fuggire in attrattore di talenti. Oggi Farm Cultural Park è un distributore di possibilità. Giorno dopo giorno aumentano le attività (bar, ristoranti, B&B), crescono le occasioni di socialità, arrivano nuove professioni e nuovi sorrisi che schiudono universi di possibilità, si aggregano nuovi visionari che discutono, immaginano, producono e lasciano il segno in un vortice coinvolgente che non può lasciare indifferenti. Non esiste un giorno uguale al precedente e il sogno di un futuro possibile non è più un sogno. È realtà.
Il futuro è tutto da scrivere. Nuovi spazi sono diventati proprietà di Farm Cultural Park, sono stati messi in sicurezza e adesso sono in procinto di vivere una nuova vita. Ci sono progetti volti a rendere Favara una città più vivibile e accogliente, come “Favara società per azioni buone” che vuole unire patrimonio immobiliare e patrimonio economico per continuare a trasformare Favare con un’effervescente strategia comune. Ci sono in programma iniziative volte ai bambini, con una free school per dare a tutti le medesime possibilità. A fine mese verrà avviata insieme a Movimenta la prima Scuola di Politica per Giovani Donne in Italia, “Prime Minister”. Ragazze tra i 13 e i 19 anni avranno così la possibilità di confrontarsi con grandi esponenti del mondo della cultura, dell’impresa e della diplomazia e con deputate di spicco di diverse forze politiche.
Quest’estate avrà luogo anche “Countless Cities”, la Biennale delle Città del Mondo, con padiglioni in cui fotografi, artisti, architetti e creativi racconteranno le buone pratiche e le idee innovative. Un evento che non coinvolgerà solo Farm Cultural Park, ma che si estenderà per tutta Favara, arrivando fino alla Valle dei Templi. I tre temi principali della prima edizione saranno la governance, le città resilienti e la nuova consapevolezza dei giovani. Insomma, l’effervescente energia di Farm non si ferma, anzi si arricchisce sempre di più!