Quando dici “Venezia” vedi brillare subito una luce negli occhi di chi ti ascolta. T’immagini già la sua mente elaborare immagini di palazzi dal fascino irregolare che si tuffano in acqua, di un mondo senza macchine che sembra quasi irreale, di corse a inseguire le frecce gialle “Per Rialto”, “Per S. Marco”. Qui non troverete quello che milioni di persone prima di me vi hanno raccontato di Venezia. Qui troverete la “mia” Venezia, quella che ho vissuto per due anni stupendi, quella che ho scoperto giorno dopo giorno nella sua essenza più autentica, quella che ho amato e amo incondizionatamente!
Venezia era sempre stata un sogno per me. Uno di quei sogni che però posticipavo sempre, come accade spesso quando le aspettative sono alte e la voglia che tutto sia perfetto vince sull’istinto. Cinque anni fa è stato il destino a scegliere per me, perché proprio a Venezia ho trovato l’unico corso di laurea magistrale che realmente mi faceva battere il cuore.
Quando sono arrivata e ho consapevolizzato che avrei realmente vissuto qui, mi sono sentita la persona più fortunata al mondo. Per due anni ho esplorato Venezia a ritmo dei miei passi e, quando pensavo di conoscerla, mi sono sorpresa di avere ancora tantissimo da scoprire. E allora ripartivo, mi addentravo incuriosita negli angoli più inconsueti e i miei passi inventavano nuovi itinerari nel suo labirinto di acque. Ho imparato ad amare le sue meraviglie e le sue contraddizioni, ho affrontato sfide quotidiane per condurre una vita “normale”, mi sono abbandonata alle sue suggestioni ed è diventata il mio angolo felice del mondo.
Quando ho letto che la “mia” Venezia era stata sommersa dall’alta marea record, quando ho visto le immagini delle case completamente allagate, quando da un messaggio vocale ho sentito tutti quei 100 km orari sferzati dal vento di scirocco, ho sentito un pugnale scavarmi il cuore. Così sono partita, spinta dall’irrefrenabile voglia di tornare a camminare sopra quel bosco subacqueo che la sorregge, di toccare i suoi ponti e riascoltare quel dialetto che mai riuscirò a comprendere. E così quest’articolo, lasciato impolverare da tempo nel mio desktop, ha visto la luce. Così adesso posso condividere con voi quest’amore incontenibile che mi lega a Venezia.
Venezia da vivere
Vivere Venezia è molto diverso dal visitarla. Credo addirittura che non mi sarebbe piaciuta così tanto se non fossi stata una sua cittadina. E (adesso posso confessarvelo) dentro di me provavo una profonda rabbia quando gli amici e i parenti che mi venivano a trovare mi chiedevano di portarli a Rialto e a San Marco. Angoli meravigliosi, certo, ma Venezia è molto di più di quella patina glitterata un po’ retrò che appare ad uno sguardo superficiale.
“La città più città del mondo”, così viene chiamata Venezia, perché costruita interamente dall’uomo. Nata dal nulla e nel nulla, perché prima di Lei c’erano solo isole, lidi e barene sparse; costruita senza un progetto ben preciso come se fosse il capolavoro creativo frutto del genio di un grande artista. Venezia è un’opera d’arte nella sua assurda totalità. Venezia è fragile e splendida e se ci fa innamorare è perché questi due attributi sono indissolubilmente legati tra loro. Venezia è fluida: la vita si adatta ai capricci dell’acqua e cambia di colore, luce e ritmo. Venezia è il passo veloce e deciso dei veneziani che interrompe la melodia dei passi lenti e meravigliati dei turisti. Se vivi a Venezia le tue ruote sono i piedi, ricco o povero che sia, e per andare a lavorare o a fare la spesa devi divincolarti in quella brulicante massa estasiata: il richiamo netto delle suole diventa il tuo clacson. Venezia è tempo senza tempo, le giornate sono scandite dalle maree e dai percorsi intricati che non riuscirai mai a rifare identici due volte. Venezia sono i gatti sui davanzali e i gabbiani per le calli. Venezia è da capire. Venezia è un miracolo.
Da questa lunga premessa ti sarà già chiaro che qui non troverai una guida standardizzata su “le 5 cose da vedere assolutamente a Venezia”, di articoli di questo genere ne avrai già centinaia cercando online. Qui c’è la Venezia da Vivere, non da visitare, ci sono suggerimenti per “non turisti” e i consigli che vorrei avere io ogni volta che faccio un passo fuori casa. Cose da fare più insolite e scorci meno conosciuti, il tutto insaporito dal fortissimo amore che provo nei confronti di questa meravigliosa città.
1) Bàcaro Tour
A Venezia l’aperitivo è sacro… Lo era ben prima della moda dell’happy hour! E per vivere questo momento della giornata (che spesso si prolunga fino a tarda sera) da vero veneziano devi andare nei “bàcari”, le tipiche osterie tradizionali. Qui puoi bere “un’ombra”, che non ha niente a che vedere con le figure del corpo proiettate, ma è piuttosto un piccolo bicchiere di vino. Quest’espressione deriva dal fatto che secoli fa i venditori di vino a San Marco erano costretti a spostarsi continuamente intorno al Campanile a seconda dell’ombra per tenere il vino al fresco. Per accompagnare il vino, fatti consigliare dall’oste dei “cicchetti”, stuzzichini a base di pesce, verdure o carne, fritti o su una fettina di pane.
Ora che sei istruito bene sul lessico da usare, sei pronto ad andare in giro per bàcari come un vero veneziano! I miei preferiti sono il Bacareto da Lele e Al Timon.
Il Bacareto da Lele si trova a due passi da Piazzale Roma, il punto d’accesso alla città, in un angolo del campo dei Tolentini e, nonostante sia un locale minuscolo, è una delle istituzioni di Venezia. Troverai Fabio che elargisce senza sosta panini realizzati con le ricette locali e ombre di vario genere. Cestina l’idea di prenotare o di sederti comodamente, qui si mangia e si beve in piedi (al massimo ci si siede sulla scalinata della chiesa di San Nicolò dei Tolentini) in compagnia di pensionati, studenti, docenti, lavoratori. C’è di tutto, comprese battute veraci che non capirete! Non meno importante: i prezzi sono veramente bassi (un panino costa tra 1 e 2 euro). Il locale è aperto dal lunedì al venerdì dalle 6.00 del mattino alle 20.00 della sera. Il sabato è aperto fino alle 14.00 mentre la domenica è chiuso.
Al Timon si trova sulla Fondamenta degli Ormesini, nel sestiere di Cannaregio, una delle zone più animate delle serate veneziane. D’estate potrai gustare il tuo aperitivo sulla barca ormeggiata nel canale e ti assicuro che sarà un’esperienza magica. È aperto tutti i giorni dalle 18:00 all’ 01:00.
2) Ghetto Ebraico
Il Ghetto Ebraico di Venezia è uno dei miei posti preferiti, uno scrigno di storia in mezzo al quale ho avuto la fortuna di vivere e di trascorrere infinite ore a respirarne il fascino. Quello di Venezia è il ghetto ebraico più antico d’Europa, con più di mezzo millennio di vita. Si trova nel sestiere Cannaregio, a pochi passi dalla stazione Ferroviaria e si può raggiungere procedendo verso campo San Geremia, attraversando il ponte delle Guglie e il sottoportico di fronte l’imbarcadero.
Dal 1516 il governo della Serenissima impose agli ebrei di vivere in questa zona circoscritta e di restarci dal tramonto all’alba, venivano sorvegliati a vista ed erano obbligati a esporre sui vestiti appositi segni distintivi. Immagina migliaia di persone costrette a restare in confini ristretti, che s’ingegnano a espandersi verso l’alto per poter vivere, costruendo edifici simili a torri, come se fossero grattacieli ante tempo. Alcuni edifici arrivano anche a 8 piani! In seguito, ai tempi del fascismo, vennero deportati 246 ebrei veneziani e, di questi, solo otto riuscirono a tornare a casa.
Immergiti in questo spaccato di vita fatta di soprusi e sofferenze, respira l’atmosfera senza tempo e fermati a parlare con gli uomini dai grandi cappelli neri o la kippah, il copricapo simbolo della cultura e della religione ebraica. Nel Campo del Gheto Novo, incastonato tra le due più antiche sinagoghe veneziane, si trova il Museo Ebraico, che ti consiglio assolutamente di visitare per conoscere la storia, la religione e le esperienze che la comunità ebraica ha vissuto (biglietto 8 euro). Ti consiglio di pranzare al ristorante Gam Gam, un tipico locale kosher che rispetta le prescrizioni culinarie imposte nella Bibbia, e fermati al panificio Volpe, per gustare il pane fresco e i dolci della tradizione come le orecchiette di Amman ripiene di frutta.
Un’ultima curiosità, sapevi che la parola “Ghetto”, così diffusa in tutte le lingue, è veneziana? Deriva da “géto”, cioè fonderia, l’attività che avveniva in questa zona della città per forgiare bombarde e cannoni. Quando arrivarono gli ebrei, storpiarono la parola in “gheto” (letto alla tedesca), originando il termine che oggi usiamo in tutto il mondo.
3) Libreria Acqua Alta
Quante ore passate tra questo microcosmo umido fatto di libri e curiosità! La Libreria Acqua Alta è una libreria fuori dagli schemi, si trova in un vicolo poco affollato vicino a Piazza San Marco e si affaccia suggestivamente su un canale. Cosa la rende così speciale? È l’emblema di una vita che segue i ritmi dell’acqua e si sincronizza alle maree! Qui infatti i libri sono tutti sollevati di 15 centimetri da terra e accolti dentro gondole, barche e vasche proprio per essere protetti dall’acqua. Purtroppo questi stratagemmi non sono serviti a vincere la battaglia con la disastrosa acqua alta dell’ultimo 12 novembre: centinaia di libri sono andati persi, alcuni dei quali anche molto preziosi e ricercati. Io sono tornata a casa con decine di testi (un po’ annacquati sì, ma ancora leggibili) e mi auguro che tu faccia lo stesso… È un piccolo gesto che vale tanto per un tesoro che sta cercando di ripartire. Fermati a parlare con il sig. Luigi e non ignorare il suo gatto, ci tiene tanto ad accaparrarsi le carezze di ogni visitatore!
4) Piazza San Marco all’alba
No, non sto contraddicendo quello che ho detto prima! Piazza San Marco è una delle meraviglie italiane che riesce a lasciarmi sempre senza fiato, anche la centunesima volta che mi si trovo dentro. Ma non amo particolarmente le flotte di turisti ammassati, le bandierine delle guide e le code infinite davanti la Basilica, quindi ho trovato il mio momento per godermela: l’alba. Quel velo dorato che accarezza ogni cosa e quei colori morbidi che lentamente preparano l’anima ad affrontare un nuovo giorno, per poi esplodere quando la città si sveglia sono il regalo più bello che Venezia possa farti. È un privilegio respirare l’aria delicata del Salotto del Mondo in solitudine, non puoi rinunciarci!
E già che siamo in tema di suggestione, ti lascio questa curiosità. Le colonne di Palazzo Ducale, in Piazza San Marco, sembrano tutte uguali, ma non la quarta ha una storia speciale. Un tempo non c’erano né l’attuale piazza né la riva, il fianco del palazzo finiva direttamente in acqua. Si narra che ad alcuni condannati a morte venisse offerta la possibilità di avere risparmiata la vita purché riuscissero a superare un’assurda prova: dovevano girare intorno alla quarta colonna con la schiena ben appoggiata e le mani legate senza cadere dallo stretto gradino che fa da piedistallo all’intero basamento. La loro sorte veniva affidata così al destino beffardo, che a quanto pare nessuno fu mai in grado di battere, e nella maggior parte dei casi i condannati annegavano nelle acque del bacino di San Marco. Vuoi provare? Per tua fortuna, se non dovessi riuscirci non cadrai più in acqua né sarai giustiziato dal boia!
5) Venezia low cost
Sfatiamo qui il mito che Venezia sia una città incredibilmente cara! Certo, se vai a prendere un caffè nello storico Caffè Florian in Piazza San Marco, tanto amato da Casanova e Byron, con tanto di orchestra al seguito, puoi spendere anche 15 euro. Ma Venezia è per tutte le tasche se sei sa dove andare!
- Pranzo in Trattoria da Marisa
Probabilmente è una delle prime cose che ho imparato da universitaria è che a pranzo si va da Marisa! Locale piccolissimo e informale sulla fondamenta di San Giobbe, vicino al Ponte dei Tre Archi, con una cuoca straordinaria, porzioni super abbondanti e prezzi normalissimi. Ti troverai in mezzo a tanti lavoratori e qualche studente, in quell’atmosfera colorata e autentica tipica da pranzo in famiglia. Attenzione: è chiuso la domenica (ti avevo detto che non era un articolo per turisti!) e si può pagare solo in contanti.
- Pasticceria Tonolo
Posto super consigliato per chi ama torte, paste e tutto ciò che faccia decollare il tasso glicemico! E siccome agli effetti speciali preferiamo la semplice bontà, qui non troverai tavolini e sedie: per conquistare la propria leccornia si deve lottare! Si trova in Calle San Pantalon, nel sestiere Dorsoduro, ed è chiusa il lunedì. Se vai nel periodo di Carnevale, prova le frittole e dimmi se non ti senti in Paradiso!
- Rosticceria Gislon
In questa storica Rosticceria in calle della Bissa, vicinissima al Ponte di Rialto, puoi mangiare le migliori mozzarelle in carrozza di Venezia, sempre calde e sfornate a ciclo continuo. Puoi anche assaggiare tantissime specialità veneziane senza spendere una fortuna. È aperta tutti i giorni dalle 9:00 alle 21:30.
Un’ultima cosa…
Si conclude qui la mia personalissima guida per una Venezia da vivere, non da visitare. Sul mio profilo Instagram @fede_miceli ho raccolto delle storie in evidenza in cui puoi vedere con i tuoi occhi tutto quello di cui ti ho parlato.
Vorrei lasciarti con un’ultima riflessione. Venezia non è Disneyland, non è un parco divertimenti sull’acqua da calpestare e conquistare portando a casa una maschera come trofeo. Venezia merita rispetto, la sua fragilità merita rispetto. E noi possiamo ancora salvarne l’identità e la gloriosa bellezza, evitando di fare i turisti “mordi e fuggi”, evitando di essere complici delle grandi navi che si affacciano sul Bacino di San Marco, evitando di violentarla. Goditela, ma con rispetto!